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Prologo: uno scooter per iniziare

«Il principio causale ci dice che la relazione tra causa ed effetto è una relazione necessaria. Il principio di sincronicità afferma che i termini d’una coincidenza significativa sono legati da un rapporto di contemporaneità e dal senso»

Carl Gustav Jung

 

Lo scooter vibra forte sull’asfalto di Maroubra. Sono i primi chilometri di strada e ancora non ho deciso il suo nome. La sensazione di libertà è la stessa di quando guidavo per le strade di Roma. Procedo lento e mi fermo ogni tanto per vedere la direzione sul navigatore. La guida a sinistra mi disorienta. Vorrei evitare di battezzare con una multa o, peggio, con un frontale il mio ingresso in Australia.

La velocità alla quale si muovono cose e persone a Sydney è qualcosa di sconosciuto alle mie latitudini. Non pensavo fosse così semplice comprare un due ruote. È bastato cercare sul marketplace di Facebook. Per seicento dollari australiani ho preso uno zippetto nero Piaggio messo in vendita da appena cinque ore. Parliamo di meno di quattrocento euro. Sugli acquisti sono un tipo riflessivo e prima di comprare lascio sempre passare del tempo. Sono io ad essere lento o è questo Paese a correre? Procedo, sempre adagio, verso Earlwood pensando a quanto sia stato semplice e poco importa che in quel momento senta freddo. Ho seguito il consiglio di Matteo: “fatti vedere deciso e non pensarci due volte”. Così ho scritto in chat al venditore e mi sono reso subito disponibile ad incontrarlo. La velocità è stata la chiave.

Mi ha accompagnato Stefano in macchina. Una coincidenza significativa ha voluto che lo scooter si trovasse nello stesso quadrante dove vivono sia lui che Matteo. Loro due sono soci, lavorano insieme ormai da molti anni. Adesso gestiscono insieme una filiale di Epic Pizza a Sydney. Matteo l’ho conosciuto a quindici anni mentre frequentava Greta, una mia compagna di classe. Non sapevamo ancora i nostri nomi ma gli diedi uno strappo in motorino per tornare a casa. Da quel momento le nostre vite si sono incrociate più volte. Almeno fino a quando non ha deciso di andare a vivere in Australia. Sono passati otto anni. Ormai è diventato cittadino della terra dei canguri.

Sulla strada che porta da Epic Pizza a Maroubra, un arcobaleno rischiara una giornata uggiosa d’inizio estate. Il venditore mi scrive dicendo di portare un casco. Chiamo Carlotta e le chiedo se può prestarmelo. Lei e Matteo si sono incontrati sulle spiagge di Ostia dove hanno condiviso la passione per il windsurf. Hanno passato l’estate insieme e lei ha deciso di seguirlo in Australia. La risposta di Carlotta è positiva, mi porta il casco all’appuntamento con il venditore. Un’altra stella allineata è un segnale di buon auspicio. Da quando nel marzo 2020 sono rimasto bloccato in Thailandia durante la pandemia ho iniziato a leggere diversamente le coincidenze. Prima non ci facevo molto caso. Ora mi soffermo su questi piccoli segnali apparentemente casuali. Non ho abbandonato la logica, le ho solo affiancato una prospettiva analogica e percettiva. Occhiali diversi per osservare la vita da un’altra angolazione.

Arriviamo e troviamo un altro ragazzo che aspetta. Il venditore ha dato appuntamento a più persone. Capiamo subito che non è il luogo esatto e ci spostiamo. Dopo pochi metri incrociamo un ragazzo francese insieme allo scooter. La pedalina d’accensione non funziona e la marmitta è leggermente arrugginita. Poco importa. Per quel prezzo vale la pena prenderlo. Prima di partire per un giro di prova chiedo a Stefano da che lato guidare. Il venditore francese ride, memore di quando si è trovato la prima volta con la guida a sinistra. Accelero e mi accorgo subito che non supera i cinquanta chilometri orari se non in discesa. Meglio mi dico. Così evito le multe. Mentre percorro la discesa incontro Carlotta con i suoi lunghi capelli ricci e il casco che le avevo chiesto. Ci conosciamo appena ma non si è fatta problemi ad aiutarmi. Le dico di raggiungere Stefano poco più in là. Giro l’angolo e tutti i difetti non cambiano la decisione. Il Piaggio, ancora senza nome, sarà il mio scooter. Arrivo dal francese, metto il cavalletto e gli comunico il verdetto. Per il passaggio di proprietà basta compilare un foglio (chiamato Rego) con i dati personali di entrambi e fare la registrazione on-line o fisica presso gli uffici del NSW Service. Semplice e rapido. Il tempo di firmare e il venditore mi dice che preferisce i contanti, ma ho solo la carta della Commonwealth Bank con me. A proposito di velocità, stiamo parlando di un conto bancario aperto in un batter d’occhio. Ho compilato un form sul sito e sono passato in filiale per firmare. Tutto nel giro di un paio di ore. Stefano mi presta i soldi senza esitare e la pratica è conclusa. Un vero lavoro di squadra. Come esclamerebbe Gemma, con la sua saggezza da viaggiatore e diplomatico: “festa grande”.

Il sole è ormai calato e sono quasi arrivato a casa. Ripenso alla giornata e sorrido. Fa freddo ma non importa. Sono di nuovo in scooter come quando ero al liceo. Il profumo dell’avventura si mischia con l’odore d’estate dicembrina da emisfero australe. Sono arrivato da appena dodici giorni a Sydney e la direzione del viaggio si sta pian piano delineando. Sono felice. Questo mi basta. Arrivato a casa, attacco l’adesivo che mi ha lasciato Lele prima di partire sulla parte frontale dello scooter. Mentre lo faccio mi viene in mente il nome da dargli: Hero, come il nome d’arte di Lele. Perfetto per descrivere lo spirito di questa avventura. Perché tutto sommato bisogna essere un po’ eroi quando si decide di andare a vivere dall’altra parte del mondo, come Matteo, Stefano e Carlotta. Essere migranti in un paese straniero non è mai un affare semplice. Si deve passare per la solitudine, l’adattamento alla lingua, l’integrazione nel tessuto sociale, la ricerca del lavoro e tante altre cose. Bisogna essere coraggiosi per decidere di partire con un biglietto solo andata e trasferirsi nell’emisfero opposto al proprio. Mettere un adesivo mi darà l’illusione di non essere così lontano mentre guido in questa nuova città. Arrivato a casa mi butto sul letto e stanco chiudo subito gli occhi. Che il viaggio abbia inizio.